L’architettura del futuro protagonista alle giornate delle costruzioni in legno tenutesi a Oslo il 13 e 14 giugno 2017
L’architettura del futuro, sostengono i progettisti che si sono alternati sul palco del centro DOGA di Oslo, limiterà in maniera significativa l’utilizzo del calcestruzzo e dell’acciaio che cederanno spazio al legno massivo nella realizzazione di grandi strutture. L’industria sposerà l’agricoltura forestale e “mieterà” i tronchi da boschi gestiti in maniera sostenibile. Grazie alla diffusione delle conoscenze sui moderni materiali di legno ingegnerizzato e sulle nuove tipologie costruttive si realizzeranno nelle città interi quartieri di costruzioni di Giorgio Bignotti di legno.
20 Progetti: tante sono state le opere scelte per fare il punto, attraverso due intense giornate di convegno, sullo stato dell’arte delle costruzioni di legno nel mondo occidentale. La formula di Oslo, già utilizzata con successo anche nel 2016, si basa sul coinvolgimento diretto dei progettisti. Le opere vengono presentate dagli autori dei singoli progetti: architetti e ingegneri strutturisti, insieme sul palco, ognuno per le proprie competenze, illustrano i loro lavori. Il risultato è una straordinaria panoramica sullo stato dell’arte delle costruzioni di legno che rende immediatamente consapevoli di quanto si sia evoluto il settore negli ultimi dieci anni. I tecnici e i costruttori norvegesi, attraverso le organizzazioni NITO (associazione ingegneri e tecnologi), l’Istituto Norvegese di Tecnologia del legno e la FBA (comitato costruzioni), hanno voluto sottolineare in questo convegno come le grandi strutture di legno si stiano sempre più affermando in Norvegia e negli altri Paesi scandinavi, ma anche evidenziare come il Nord America stia velocemente recuperando il gap che in passato l’aveva resa poco presente nel settore delle costruzioni massive in legno.

Nei paesi ricchi di risorse forestali, ma non solo in quelli, sono sempre più frequenti e qualificate le proposte di chi intende costruire le città del futuro con quanto le foreste stesse possono produrre in maniera sostenibile, contenendo al tempo stesso il consumo di suolo. Gli edifici alti in legno rispondono perfettamente a queste esigenze e diventano l’unica opzione possibile in uno scenario futuro che vede la popolazione mondiale concentrarsi sempre più nelle città. Si calcola che nel 2050 il 66% degli abitanti del pianeta vivrà nei centri urbani: saranno circa 6 miliardi di persone, praticamente il doppio di quante risiedono oggi nelle città. Negli Stati Uniti, il tradizionale modello delle piccole costruzioni residenziali, spesso monofamiliari, a struttura leggera tipo platform frame, viene messo in discussione e ripensato in favore di edifici residenziali più grandi, multipiano, realizzati con strutture più pesanti e massive.
Non a caso la prima giornata si è aperta con i progetti dello Studio LEVER di Portland (Oregon), la nuova capitale del “Mass Timber”, sede di conferenze annuali su questa tipologia di costruzioni. Il legno massivo, impiegato per realizzare edifici multipiano, è il Cross Laminated Timber (CLT), inventato e sviluppato in Europa ma ora prodotto anche negli Stati Uniti e in Canada. Albina Yard è stato il primo modesto edificio in CLT costruito in USA pochi anni fa, ma Framework, un progetto molto più ambizioso e innovativo che utilizza il sistema della post-tensione (ha ottenuto parere favorevole dalle autorità delle norme tecniche dell’Oregon) sarà realizzato nel corso del 2018 a Portland. Alla fine della prima giornata, una sessione straordinaria, postdinner, ha visto la partecipazione di Michael Green, famoso architetto nordamericano. Nonostante la stanchezza per la trasvolata dal Canada compiuta nella stessa giornata, Green è stato ugualmente capace di entusiasmare l’audience presentando i suoi progetti più noti: il Wood Innovation Design Center (WIDC) di Prince George (British Columbia) e l’edificio T3 di Minneapolis (USA).

Il motto di Michael Green, grande sostenitore delle costruzioni di legno, è “wood will be the only structural material of the future”. Durante la seconda giornata sono stati presentati alcuni progetti di cantieri realizzati in Francia e Regno Unito ma a far da padroni sono stati la Scandinavia e il Canada, Paesi, dove le autorità nazionali, consapevoli delle straordinarie risorse forestali a loro disposizione, promuovono con forza la diffusione della cultura tecnica delle costruzioni di legno creando così le condizioni ottimali per lo sviluppo dell’industria dell’edilizia di settore. Mjøstårnet, l’edificio multipiano in corso di realizzazione a Brumunddal, tra Oslo e Lillehammer, è stato tra i progetti protagonisti della seconda giornata. Il General Contractor norvegese HENT lo sta costruendo per conto di AB Invest subappaltando a Moelven la parte specialistica relativa al legno, ossia la fornitura e la posa delle strutture composte da GLULAM, LVL e CLT. Il lamellare di Moelven è utilizzato per i grandi reticolari verticali, il Kerto di Metsä
Wood per i solai e il CLT di Stora Enso per i vani scale e ascensori. L’architettura del futuro, sostengono i progettisti che si sono alternati sul palco del centro DOGA di Oslo, limiterà in maniera significativa l’utilizzo del calcestruzzo e dell’acciaio che cederanno spazio al legno massivo nella realizzazione di grandi strutture.
L’industria sposerà l’agricoltura forestale e “mieterà” i tronchi da boschi gestiti in maniera sostenibile. Grazie alla diffusione delle conoscenze sui moderni materiali
di legno ingegnerizzato e sulle nuove tipologie costruttive si realizzeranno nelle città interi quartieri di costruzioni in legno. Almeno nei Paesi dove le condizioni ambientali lo permetteranno, si svilupperà una nuova sinergia tra centri urbani concentrati, densamente abitati e circondati da estese aree verdi, a vocazione agricola e forestale, integrate con una moderna economia industriale basata sul legno e sulle tecnologie pulite. Le città diverranno virtuose, sequestreranno CO2 anziché produrla, l’aria sarà più pulita, le abitazioni più confortevoli e la nostra vita migliore. A Oslo si respira ottimismo e si è convinti che se saremo in grado di cogliere queste opportunità, allora il futuro del legno ci attenderà con straordinarie prospettive.
Giorgio Bignotti, si laurea in ingegneria civile, indirizzo strutture, al Politecnico di Milano nel gennaio 1987. Già da studente collabora presso lo studio d’ingegneria del padre Guido, in via Leoncino a Verona, da cui apprende oltre la pratica anche l’etica e la deontologia della figura professionale dell’ingegnere. Desideroso di mettersi alla prova anche in altri contesti, nella stessa estate dell’87 approda all’ufficio tecnico della Holzbau Spa di Bressanone. In quegli anni, in Italia, il legno lamellare cominciava ad affermarsi ma era ancora sconosciuto alla maggior parte dei progettisti. Nelle università generalmente non si tenevano corsi sul legno e le aziende produttrici dovevano necessariamente fornire un notevole supporto tecnico a corredo delle strutture che intendevano porre sul mercato. Per un giovane ingegnere lavorare in uno di questi uffici poteva essere un’esperienza gratificante. Bellissimi progetti, spesso definiti soltanto nella parte architettonica, arrivavano ogni giorno sulla scrivania e attendevano di essere tradotti in esecutivi per il deposito al genio civile e in dettagliati costruttivi per la produzione e il montaggio. Si imparava molto anche dai disegnatori e dai carpentieri, oltre che dall’unico ingegnere senior presente in azienda. Grande impegno ma anche grande libertà d’azione unite alla possibilità di interfacciarsi con affermati architetti e ingegneri. Dopo 10 anni, di crescita professionale tecnica arricchita da esperienze commerciali e nella gestione dei cantieri, si offre a Giorgio Bignotti la possibilità di amministrare un’azienda del settore, la Holzbau Sud di Calitri (AV), con l’implicito compito di trasferire il know-how dalla società madre all’azienda figlia, concentrata allora sulla sola produzione di legno lamellare. Per renderla in grado di produrre sufficiente valore aggiunto occorre trasformarla in azienda costruttrice di strutture. Nei 19 anni di presenza al sud crea, ex-novo, la struttura tecnica e commerciale dell’azienda irpina, assume e forma il personale necessario, passo dopo passo dota l’azienda di un buon portafoglio clienti, la radica nel contesto delle regioni vicine ma le apre anche le porte verso i mercati esteri, soprattutto extraeuropei. Nei 15 anni in cui ne è Direttore Generale la guida con successo attraverso una crescita rapida e costante dal 2000 al 2010 per poi difendere quanto costruito, anche in termini di occupazione, nei difficili anni della crisi 2010-2014. Il trentennale rapporto col gruppo Rubner termina il 15 febbraio 2016. Bignotti lascia l’azienda con i conti in ordine, un’ottima reputazione e l’eredità della copertura della stazione del Centro Direzionale della Metropolitana di Napoli che sarà acquisita di lì a poco grazie al lungo lavoro preparatorio iniziato nel 2006. Il cantiere della copertura sarà avviato a marzo 2018. Nel biennio 2016 – 2017 è dirigente presso la Sistem Costruzioni di Solignano di Castelvetro (MO), azienda di spicco che è divenuta
una delle principali nel panorama italiano delle costruzioni di legno. Dal gennaio 2018 opera individualmente, come consulente, per la federazione Federlegno-Arredo e per altri operatori del settore. Da osservatore privilegiato, da sempre segue con interesse l’evoluzione del comparto delle costruzioni di legno in Italia e nel mondo. È membro della commissione ingegneria strutturale CT 021 dell’UNI, partecipa ai lavori della sottocommissione SC 05 “Strutture di legno” e del Gruppo Qualità Legno GQL.